Canali Minisiti ECM

Tumori: più sopravvivenza con le Reti, ma sono solo in 6 Regioni

Oncologia Redazione DottNet | 23/05/2017 20:42

Il 14% delle donne con cancro al seno muore per disorganizzazione

In 6 regioni italiane i pazienti colpiti dal cancro guariscono di più rispetto al resto d'Italia. Sono le regioni che hanno realizzato pienamente le Reti oncologiche. Si tratta delle 'virtuose' Toscana, Piemonte, Veneto, Lombardia, Trentino e Umbria. Al Sud, invece, le Reti sono ancora in pratica inesistenti. A fare il punto un convegno nazionale a Roma organizzato da 'Periplo', associazione che riunisce i maggiori oncologi italiani.

In particolare, in Toscana la sopravvivenza a cinque anni raggiunge il 56% fra gli uomini e il 65% fra le donne, in Veneto il 55% (uomini) e il 64% (donne) e in Piemonte il 53% (uomini) e il 63% (donne). Già da 2 anni, spiega il vice presidente Periplo Gianni Amunni, "il ministero della Salute ha emanato delle linee guida per la realizzazione delle Reti oncologiche regionali e c'è l'obbligo delle Regioni di recepire tale raccomandazione. Ad oggi, però, a parte le Regioni già attive, in molte altre mancano ancora le delibere di recepimento".

pubblicità

In pratica, chiarisce, "la Regione individua la Rete come modello oncologico organizzativo e ne nomina direzione e coordinamento. A questo punto, i professionisti degli ospedali sono chiamati ad operare appunto in rete ed il paziente, entrando in una struttura, deve essere guidato nel percorso da seguire, evitando ritardi o che il malato debba girare come una pallina da un centro all'altro. Inoltre, la multidisciplinarietà diventa centrale e rilevabile nella stessa cartella clinica del paziente". I vantaggi delle Reti sono chiari: i pazienti possono accedere alle cure migliori senza spostarsi dal proprio domicilio con una uniformità di trattamenti sul territorio ed evidenti risparmi per il sistema.

È "necessario però evitare che i percorsi assistenziali obbediscano solo a logiche di tipo amministrativo e gestionale, penalizzando o minimizzando la qualità dell'assistenza - spiega Pier Franco Conte, presidente 'Periplo' e coordinatore tecnico-scientifico della Rete Oncologica Veneta". Un altro rischio concreto, conclude, "è che le Reti elaborino percorsi assistenziali disomogenei fra le varie Regioni. La vera sfida è saper coniugare umanizzazione, innovazione e sostenibilità".

"Il 14% delle donne italiane con tumore al seno oggi muore perchè il percorso di cura non è ottimale o adeguato, o perchè si arriva tardi alla cura o agli esami da eseguire per problemi organizzativi, in mancanza di una Rete oncologica che possa guidare la paziente". Ad affermarlo è l'oncologo Oscar Bertetto (nella foto), segretario dell'associazione 'Periplo' e direttore del Dipartimento Interregionale Rete Oncologica del Piemonte e della Valle d'Aosta.


 "Si evince infatti dai Registri Tumori - sottolinea Bertetto in occasione del convengo nazionale promosso da 'Periplo' per fare il punto sull'attuazione delle Reti oncologiche - che c'è una grande differenza nei tassi di sopravvivenza tra i pazienti oncologici delle diverse Regioni, organizzate in modo differente". Le Reti, infatti, rileva, "per i pazienti sono come la rete del circo sotto i trapezisti: in caso di caduta evita il peggio. Ma perché funzioni bisogna che sia stesa prima dell'esercizio e che non abbia buchi. Quindi la Rete oncologica, perchè sia efficace, deve prendere in carico il malato dall'inizio del percorso e deve coprire tutto il territorio".

"L'elaborazione di Percorsi diagnostico terapeutici e assistenziali (PDTA) condivisi - sottolinea inoltre Francesco Cognetti, direttore Oncologia Medica dell'Istituto Nazionale Tumori Regina Elena di Roma e presidente della Fondazione 'Insieme Contro il Cancro - e la loro applicazione nell'ambito di reti assistenziali codificate rappresenta una concreta risposta al difficile equilibrio fra innovazione e sostenibilità. E' però fondamentale che questo processo non sia 'subìto' dai clinici e dai pazienti, che anzi dovrebbero rappresentare gli attori di questi cambiamenti"

Commenti

I Correlati

L’impegno di AIL per Ambiente e Salute. Parte da Genova il viaggio solidale in 8 tappe lungo il Mar Tirreno

Ascierto: "La combinazione di nivolumab, relatlimab e ipilimumab aumenta del 20% il tasso di sopravvivenza alla malattia rispetto alla somministrazione di due immunoterapici insieme"

In collaborazione con l’IRCCS Ospedale San Raffaele di Milano e la University of Chicago, Fondazione Veronesi finanzierà la ricerca per migliorare il percorso di assistenza ai malati di tumore del polmone

La diretta dalle quattro sale operatorie del polo oncologico l’equipe di Sisto Perdonà fa scuola a specialisti venuti da ogni parte del mondo

Ti potrebbero interessare

Ascierto: "La combinazione di nivolumab, relatlimab e ipilimumab aumenta del 20% il tasso di sopravvivenza alla malattia rispetto alla somministrazione di due immunoterapici insieme"

In collaborazione con l’IRCCS Ospedale San Raffaele di Milano e la University of Chicago, Fondazione Veronesi finanzierà la ricerca per migliorare il percorso di assistenza ai malati di tumore del polmone

La diretta dalle quattro sale operatorie del polo oncologico l’equipe di Sisto Perdonà fa scuola a specialisti venuti da ogni parte del mondo

Aumentano i casi di tumore al pancreas

Oncologia | Redazione DottNet | 29/05/2024 17:38

In 10 anni, in Italia, i casi di tumori del pancreas sono aumentati del 21%, da 12.200 nel 2013 a 14.800 nel 2023

Ultime News

Indagine Groupama, cresce l'importanza di altre figure

La prevenzione visiva, non solo come mezzo di risparmio economico, ma come beneficio per tutte le fasce d'età, sin dai primi giorni di vita, diventa un pilastro essenziale

La proposta di legge di iniziativa dell’On. Roberto Pella è stata approvata il 28 maggio in Commissione Affari Sociali della Camera, ed è stata calendarizzata per la votazione in Aula

Il fondo immobiliare che realizzerà le case "spoke" le affiderà ai medici interessati in affitto o in leasing